Corpi esclusi, Corpi Reclusi

Riflessioni e confronti sugli spazi di marginalizzazione per nuove pratiche di lotta e solidarietà



Le frontiere sono uno dei principali strumenti di selezione ed esclusione delle persone migranti, sono uno spazio di violenze fisiche, materiali, legali e psicologiche, ma non solo: sempre di più le frontiere vengono pensate e agite come deterrenti e come dispositivi di repressione. Non solo il confine svolge la funzione di tenere fuori dalla fortezza europa gli/le indesiderat*, ma tramite il ricorso sistematico alla violenza tenta anche di scoraggiare ulteriori progetti migratori e di reprimere ogni forma di rivolta contro il sistema che rappresenta.
Il razzismo istituzionale, alla base dell’intero sistema dell’accoglienza, non solo marginalizza e criminalizza le persone migranti, ma crea anche distinzioni arbitrarie di sesso, genere, status economico e paese di origine, a cui corrispondono altrettanto arbitrarie differenze di trattamento. Così facendo la macchina dell’accoglienza rivela uno dei suoi obiettivi principali, quello di minare le basi della solidarietà sociale scoraggiando la partecipazione attiva di tutt* nelle lotte.
La volontà di conciliare forme di esclusione e confinamento delle persone migranti con pratiche repressive, volte a demolire forme di resistenza e di lotta, è una tendenza sempre più diffusa nel sistema europeo e italiano dell’“accoglienza” che, come è noto, non si verifica solo in frontiera.
In particolar modo, il discorso sulla migrazione delle donne si complessifica, i corpi femminili sono esposti ad una maggiore ricattabilità e a violenze di matrice sessuale e patriarcale. Il fenomeno ampissimo della tratta ai fini dello sfruttamento sessuale e lavorativo mostra l’importanza di adottare la lente di genere nell’osservazione dei processi migratori e come essa debba sempre tenere conto dell’intersezione tra molteplici variabili.
Il tavolo “Corpi esclusi, corpi reclusi” vuole essere un momento di confronto e riflessione sul tema delle frontiere, inteso come macro contenitore capace di legare tra loro le varie forme di marginalizzazione ed esclusione: dal ricatto dei documenti allo sfruttamento lavorativo, dalla repressione in frontiera alla securizzazione degli spazi urbani, dalle differenze di genere al cambiamento climatico.
Altre questioni intersecheranno necessariamente questo tema principale, tra queste il colonialismo, il privilegio bianco e le tecnologie di sorveglianza delle frontiere, per citarne alcune.
Ci piacerebbe affrontare questa tema, dunque, a partire dagli spazi di marginalità, di cui il sistema si serve per escludere categorie intere di esseri umani (come CPR, CAS, Navi quarantena, ghetti e insediamenti informali), per discutere della profilazione e mercificazione differenziata dei corpi migranti.