Mai come in questo ultimo periodo la salute è stata al centro di ogni dibattito pubblico, nazionale ed internazionale.
Si è già detto, da più parti, come la sindemia COVID-19 abbia acuito ovunque le diseguaglianze e mostrato con estrema chiarezza i limiti e le carenze di un SSN stremato da anni di aziendalizzazione e smantellamento.
In questo contesto ci siamo trovatə, similmente, crediamo, alle altre esperienze di salute popolare sparse per lo stivale, a rispondere in un primo momento all’emergenza: garantendo l’apertura e l’accesso dove necessario, provando a rendere comprensibili le informazioni confuse che mano a mano erano disponibili, cercando di interpretare le necessità delle nostre comunità e di rispondere ad esse, ad esempio con i servizi dei tamponi sospesi.
Con il tempo, ci siamo anche sentitə chiamatə in causa nel dare una lettura “informata” e critica della crisi sanitaria (e politica) e nel riflettere su quale debba essere il nostro ruolo all’interno della sindemia (e non solo), come contribuire ai movimenti di lotta e rivendicazione sulla salute, come intervenire nel dibattito pubblico in maniera efficace.
Ci interessa, dopo più di un anno e mezzo dall’inizio della crisi, avviare una discussione con le altre esperienze di ambulatori popolari, partendo sì dall’esperienza dentro la pandemia, ma con uno sforzo di visione “programmatica”, convintə che ci sia lo spazio per rinnovare e rinforzare un movimento per il diritto alla salute (universale, di comunità, ecologica, sganciata dal profitto).